Qualche mese fa era stato presentato alla stampa. Dal 19 aprile, invece, è una realtà: Father and Son è il primo videogioco in Italia ad essere stato realizzato per un museo.
Il museo in questione è il MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Lo sviluppatore è Fabio Viola per TuoMuseo. Fabio Viola da anni si occupa di gaming: me lo ricordo a Pisa a Opening The Past 2014 a cura del Mappa Project, quando parlò ad una platea a bocca aperta della possibilità, e realtà alla Tate Gallery di Londra, di poter utilizzare i videogames per portare gente nei musei: un modo nuovo, innovativo, di infilare la cultura dove nessuno la penserebbe mai; un modo nuovo di fare storytelling. Sempre Fabio Viola, insieme a ludovico Solima, a Paestum 2016 ha presentato in anteprima l’idea di Father and Son nel corso di “Tutto il resto è noia. Conquistare il pubblico con mezzi non convenzionali: archeologia tra gamification, reenacting e social media” a cura di Professione Archeologo e Archeopop.

Ed eccoci dunque al momento in cui un’idea, un progetto, non solo ha preso forma, ma è lì, alla portata di tutti, su Playstore per Android e su Apple Store per Ios, scaricabile gratuitamente, pronto per essere giocato.
Ho aspettato l’annuncio ufficiale, alle 13 del 19 aprile, dopodiché sono corsa su playstore e ho avviato il download. E in un tranquillo pomeriggio di dopo Pasqua, mentre il Grillo Parlante della mia coscienza mi diceva che avrei dovuto studiare Diritto dei Beni Culturali, io ho preferito testare il videogame. Cosa non si fa per l’archeologia!
La storia di base del videogame è tutto sommato semplice: un figlio riceve una lettera dal padre, un archeologo col quale non ha mai avuto un gran rapporto. Questa lettera lo porta a Napoli al Museo Archeologico Nazionale e in un continuo rimando passato/presente possiamo vedere e vivere ciò che gli oggetti del museo raccontano. Scopriamo anche noi il museo insieme al protagonista del videogioco, saliamo le scale con lui, attraversiamo le gallerie. Di alcune opere possiamo avere le informazioni già da casa; per altre invece è necessario visitare il museo e farvi il check-in per poter sbloccare nuove importanti funzionalità. Alcune sezioni poi, tra cui la recentemente inaugurata sezione egizia, consentono di fare un vero e proprio salto nel tempo, trasportandoci così nell’Antico Egitto; stessa cosa accade per Pompei, dove possiamo vivere i tragici momenti di una famiglia che ha bisogno di soldi per comprare il passaggio su una barca e allontanarsi così dalla città che presto sarà distrutta e, in contemporanea, camminare tra le rovine della città di oggi.

La grafica è molto ben riuscita; tra tutte le immagini la mia preferita è quella del protagonista che si prepara il caffé! I colori sono vividi, accesi, le ambientazioni molto ben realizzate e suggestive: Piazza Plebiscito di notte è un incanto. Il gioco è intuitivo, i comandi sono immediati e, insomma, ci può giocare chiunque con facilità.
Come finisce il videogame? Niente spoiler, state tranquilli! Non ve lo rivelo 😉
Per ora ho giocato finché il videogame me l’ha consentito. Ma se riuscirò, come mi piacerebbe, ad andare a Napoli a breve, completerò il gioco. Sono curiosa infatti di scoprire come sbloccare i contenuti e quali saranno!

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