Valentina Dezza è una cara amica dei bei tempi della Scuola di Specializzazione a Genova. Saranno 10 anni che ci siamo specializzate e perse di vista, eppure 3 anni fa circa del tutto casualmente sono capitata a Casteggio (PV). Qui si trova un Museo Civico Archeologico, di cui ho parlato su questo blog, e di cui, scoprii all’epoca, Valentina Dezza è il direttore. E infatti fu lei ad accompagnarmi nella visita, ad illustrarmi perché Casteggio, nell’Oltrepò Pavese, si meritasse un museo.

Il lockdown ha messo tutti i musei, grandi e piccoli, davanti alle stesse difficoltà: mantenere il contatto con le persone, costruirsi una reputazione tale da creare aspettativa all’atto della riapertura. Ecco che in questo frangente con Valentina Dezza ho intensificato i contatti. Ed ecco che ora lascio direttamente a lei la parola.
Chi è Valentina Dezza, la Direttrice del Museo Civico Archeologico di Casteggio

Valentina Dezza, come dicevo prima, ha condiviso con me gli anni della Scuola di Specializzazione in archeologia classica a Genova. Insieme ne abbiamo fatte di cotte e di crude, tra cui una campagna di scavo a Sentinum e una gita a Ostia antica (chi l’avrebbe mai detto?). In entrambe ci siamo distinte, ovviamente, per la serietà professionale che il ruolo ci imponeva, noi giovani studentesse che neanche sapevano cosa fosse il mondo del lavoro (in ambito culturale).
Poi le nostre strade si sono divise. Valentina Dezza ha poi conseguito il dottorato all’Università di Torino in archeologia e storia dell’arte ed ha preso il patentino da guida turistica abilitata. Infine, il ruolo di direttore del Museo Civico Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese. Ed è in questa veste che l’ho rincontrata qualche anno fa e con cui ho avuto a che fare ultimamente, in questo bizzarro periodo di lockdown.
Valentina Dezza mi ha chiesto di realizzare un breve video per la pagina facebook del Museo archeologico di Casteggio. Io che sono vanesia non mi sono tirata indietro e ho parlato dell’area archeologica di Portus. Ho cominciato a seguire con attenzione le attività social del museo, e attraverso di esse a comprendere qualcosa di più del suo funzionamento, a prescindere dalla visita che avevo fatto qualche anno fa. Così ho chiesto direttamente a Valentina Dezza di raccontarmi il Museo di Casteggio, tra lockdown e sfide future.
Valentina, come avete affrontato la sfida della chiusura del Museo di Casteggio?
Che dire della chiusura coatta… come per tutti, è arrivata in maniera inaspettata, un fulmine a ciel sereno, con le prime notizie che si diffondevano in maniera quasi carbonara: “Dovremo chiudere? Non dovremo chiudere? Il tale ha scritto così, la tale dice cosà…“
Tutto il resto è storia, come si suol dire. Ora, come può reagire una piccola istituzione museale di fronte alla chiusura, motivata certamente da cause giustissime finalizzate alla salute pubblica? Reinventandosi sui social.
Dunque, in accordo con l’Amministrazione Comunale, il 15 marzo abbiamo inaugurato la pagina FB e Instagram del Museo Archeologico di Casteggio, il MAC.
Un po’ per continuare a tenere vivo, anche se virtualmente, il Museo, e un po’ per fare compagnia alle famiglie chiuse in casa, oltre ai consueti post (forse un pochino noiosetti) con fotografie di reperti e note commento, ci siamo inventati qualche rubrica, grazie alla collaborazione di altri musei, studiosi e storici dell’arte (ad es. MAC in Tour, Pillole di Storia, Pillole d’Arte) e l’appuntamento quotidiano (lun-ven ore 17.00) “Quattro chiacchiere in museo…”: quest’ultimo prevede la pubblicazione, sulla pagina FB del MAC, di brevi video curati da archeologi, operatori museali, studiosi, ricercatori di varie discipline; probabilmente, quando potremo riaprire in maniera organica il Museo, l’appuntamento non sarà più quotidiano ma diventerà settimanale o bisettimanale, proprio per non lasciare incompiuto e intentato questo bel progetto, iniziato in realtà per necessità (abbiamo davvero fatto di necessità virtù!). Grazie dunque a tutti gli ospiti che abbiamo avuto fino a questo momento, compresa te Marina (love, n.d.r.), e che avremo in futuro!
Il Museo di Casteggio punta molto sulla didattica: quali sono le attività e i laboratori che il museo offre alle scuole?
Da anni il Museo di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese fa della didattica museale uno dei suoi cavalli di battaglia; siamo riusciti, nel tempo, a fidelizzare tanti Istituti Comprensivi e tanti insegnanti a riguardo, soprattutto della scuola primaria sia di primo che di secondo grado. Abbiamo un laboratorio didattico attrezzato, due sale di grande capienza per proiettare immagini e tenere lezioni, conferenze e un bel parco che circonda il Palazzo Certosa Cantù, sede del Museo, che permette di svolgere anche attività all’aperto. La nostra offerta (il sito internet è in via di rifacimento, ma qui trovate la brochure con offerta didattica) prevede, oltre alle consuete visite guidate in Museo, alcuni laboratori di carattere seminariale, caratterizzati da un PowerPoint con tante immagini commentate dall’operatore museale (La cucina dei Romani, I riti funerari, La vita quotidiana, La nascita della scrittura) e altri di carattere prettamente pratico, come La pittura rupestre, La ceramica, Il mosaico, Lo scavo simulato. Inutile dire che i più quotati sono certamente questi ultimi, anche perché il bambino o il ragazzino, dopo una breve introduzione teorica, potrà mettere in pratica manualmente la tecnica artigianale antica e portare a casa il ‘lavoretto’ come ricordo dell’esperienza; siamo infatti dotati anche di un forno per la cottura ceramica, utilissimo in questi casi.

Mi fa piacere ricordare anche i laboratori che abbiamo effettuato, nei due anni scorsi, con l’RSA “Il Poggio di Casteggio“, con alcuni gruppi di anziani, che speriamo di poter riprendere il prima possibile! Negli ultimi anni, grazie alla collaborazione con Oltre Confine onlus, Dramatrà-città in scena, Il Convivio di Mussi Laura e con la Compagnia Teatrale G74, abbiamo inoltre organizzato cacce al tesoro in Museo, visite guidate in notturna, visite guidate teatralizzate, degustazioni di cibi fatti secondo le ricette romane e medievali, conferenze, piccole mostre temporanee, convegni.

Cosa ti piace del tuo lavoro e qual è il reperto che preferisci del museo di Casteggio?
Del mio lavoro amo tutto, a partire dalla ricerca scientifica, che un Direttore deve costantemente mantenere aggiornata, grazie ai rapporti con Soprintendenze e Accademie, al rapporto diretto con scuole e pubblico durante gli incontri dal vivo. La soddisfazione maggiore, probabilmente, arriva proprio da questo ultimo aspetto, più legato al fronte divulgativo. Difficile dire quale sia il mio reperto preferito; certamente, tutti gli oggetti legati strettamente alla quotidianità dei nostri antenati possono essere considerati commoventi (come il boccalino in ceramica comune di epoca romana, da contesto funebre, che reca sulla superficie la lettera V graffita, iniziale, probabilmente, del proprietario o della proprietaria). Indubbiamente, come ben sai, sono molto legata al cofanetto in osso lavorato di epoca longobarda, rinvenuto a Salice Terme e restituito a nuova vita grazie ad un lungo e complesso restauro. Chissà a chi era appartenuto e cosa doveva contenere…

Qual è il pubblico del tuo museo?
Il pubblico del MAC è un pubblico tendenzialmente locale o regionale: lavorando molto con le Scuole del territorio, riscontriamo infatti parecchie presenze provenienti da Pavia e provincia. La fortuna però degli ultimi anni è nata anche dalle domeniche gratuite al Museo (ingresso gratuito ogni prima domenica del mese, come da #domenicalmuseo MiBACT), che ci hanno portato fruitori anche da Milano o dalle regioni limitrofe (Piemonte e Liguria). Ci auguriamo, grazie alle pagine social appena aperte e alle belle collaborazioni nate con altri musei a livello nazionale, di poter allargare il nostro bacino di utenza, e magari di poter sensibilizzare anche fasce anagrafiche insperate (non più soltanto età scolare o post 55-60 anni).
Come affronterete la riapertura?
Non riapriremo nell’immediato, faremo una cosa graduale e intanto per tutto maggio continuiamo le attività in digitale sui social. Anche se non credo che avremo il problema di contingentare gli ingressi, in ogni caso non potremo pensare di riaprire se prima non avremo acquisito i DPI necessari per consentire l’accesso e la visita in sicurezza alle persone. Sono quelle tante piccole cose pratiche che però fanno la differenza tra la possibilità di poter riaprire al pubblico e l’impossibilità di farlo. Vogliamo essere sicuri di assicurare le migliori condizioni alle persone. Dopodiché potremo riaprire.
Vuoi raccontare anche tu la tua esperienza di direttore/operatore di museo durante il lockdown e alle prese con le sfide della riapertura? Contattami: qui trovi i miei contatti.