Generazione di archeologi riceve il Liebster Award!

Marina, sei stata nominata. Ma non andrai nel confessionale, né dovrai lasciare l’isola. Anzi.

Oddio, un po’ di confessionale c’è, perché per ricevere questo premio devo rispondere ad alcune domande, ma questa nomination è piuttosto un oscar, un riconoscimento, un attestato di stima, per il quale ringrazio tantissimo Professione Archeologo, che ha pensato a me.

liebster award

Ma andiamo con ordine. Cos’è il Liebster Award?

Si tratta di un riconoscimento tra blog legato a motivi principalmente di stima, di vicinanza per tematiche e di scambio di link per ampliare il giro dei lettori e quindi la rete di conoscenze e di condivisioni. Da anni ne sento parlare, quest’anno finalmente è giunto nelle mie mani.

Come accennavo più sopra, per ricevere il Liebster Award, occorre rispondere alle domande poste dal blog che mi ha nominato. Dopodiché devo scegliere a mia volta 5 blog che ritengo assolutamente da seguire e porre loro alcune domande. Chi tra i nominati vorrà rispondere a sua volta produrrà un post come questo. E la catena continua.

Ma bando alle ciance. Io voglio il premio! Quindi ringrazio Professione Archeologo per la nomination e mi appresto a rispondere:

  • Qual è il target di riferimento del tuo blog?

Il mio target è quello degli archeologi e professionisti dei beni culturali e degli studenti di archeologia/beni culturali: i temi si indirizzano principalmente a loro, anche se non mi dispiace pubblicare anche contenuti di vera divulgazione, mi si passi il termine, che possano interessare una fetta più ampia di pubblico.

  • Quali sono o qual è il post che ha avuto più successo? E perché secondo te?
Una tigre assale un toro. Ostia, domus di Porta Marina
Una tigre assale un toro. Ostia, domus di Porta Marina

Ha avuto tantissimo successo, ultimamente, il post che ho dedicato all’opus sectile della domus di Porta Marina ad Ostia. Non era un post di attualità, ma di approfondimento, per cui non era legato a temi contingenti o da titolone di giornale. Ma a partire dalla prima condivisione che ne ha fatta Archeostorie sui suoi canali è stato ricondiviso tanto. E tanto. E tanto.  In questo bisogna dire che la rete dei social media è fondamentale per diffondere i propri contenuti. Non si può pensare di restare chiusi nella propria torre di avorio e sperare che passi un lettore e si fermi per caso. Il lettore bisogna procurarselo, bisogna andarlo a cercare nei luoghi virtuali in cui si trova, bisogna riuscire a convincerlo a tornare. E i contenuti di qualità sono la prima cosa cui badare.

In passato, invece, il post che in assoluto ha avuto più successo è stato un volantino in cui mi candidavo come consulente per la redazione di tesi di laurea in storia e archeologia: anche a distanza di anni, quando ormai avevo smesso con questa pratica, hanno continuato ad arrivarmi richieste. Alla fine, a malincuore, ho dovuto cancellare il post.

  • Polemiche, troll, flame sono parte integrante del mondo social (purtroppo). Hai avuto esperienze dirette e come te la sei cavata?

Devo dire che mi sono sempre tenuta abbastanza lontana dalle polemiche; l’unica che ho affrontato è stata con un sedicente fantarcheologo. Ma si parla di anni fa ormai. Se dovesse capitarmene qualcuno, però, mi trova bella carica 😉

  • Cosa ti ha spinto a creare il tuo blog? Raccontaci la tua backstory!

Eh… la backstory è piuttosto lunga! Se scorrete fino al primo post di questo blog (che è stato recentemente rinnovato), scoprirete che esso risale addirittura al 2008! Prima di allora collaboravo ad un bellissimo progetto 2.0 che era il blog Comunicare l’archeologia: fondato nel 2007 in seno al Gruppo Ricerche dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri con Matteo Sicios, è stato il primo blog ad occuparsi di comunicazione dell’archeologia, in particolare in rete. Da lì mi sono appassionata alle svariate tematiche collegate alla comunicazione: scorrendo gli archivi si trovano tanti post dedicati alla lotta alla fantarcheologia, poi all’archeologia pubblica, quindi alla comunicazione nei musei e all’importanza del blogging in archeologia. Ho persino fatto un’intervista ad Alberto Angela! Mi sono talmente appassionata all’archeoblogging da farne oggetto di studio già 4 anni fa, quando di archeoblog online se ne trovavano ancora molto pochi e soprattutto non facevano rete tra di loro. Da quando lavoro in museo, poi, ho capito che anche i musei devono avere uno spazio 2.0 nel quale comunicare con i potenziali visitatori, quindi ho dirottato le mie energie in particolare su due progetti, uno dei quali ahimè terminato (il blog del museo archeologico nazionale di Venezia) e uno invece ancora vivo e attivo (il blog del museo archeologico nazionale di Firenze); nel frattempo ho sondato il magico mondo dei social nel quale vivo h24, ma la mia predilezione rimane comunque per il blog. Sono prolissa, c’è poco da fare. Da quando ho revisionato il blog (ottobre 2016) ho trovato nuovi filoni di approfondimento: ad esempio voglio tradurre la mia esperienza ormai decennale nel mondo del blogging in consigli ad aspiranti archeoblogger. E mi sto appassionando alle infografiche. Ne vedrete, spero, delle belle.

  • Consigli per aspiranti archeoblogger: DOs and DON’Ts dell’archeoblogging secondo te

Posso rispondere con una slide? Tra l’altro è quella che presentai l’anno scorso ad Archeosocial, nel corso di TourismA 2016 (cliccate sull’immagine per vederla tutta: non capisco perché qui me ne mangia un pezzo):

i DO's e DONT's dell'archeoblogging
i DO’s e DONT’s dell’archeoblogging

Questa slide è molto tecnica, e parla a chi il blog ce l’ha già. A chi non lo ha ancora dico che ci vuole costanza, impegno e competenza, ma soprattutto progettualità. Bisogna avere un’idea di base in testa dei temi che si vorranno sviluppare e del perché e del come saranno sviluppati. Occorre andare oltre l’entusiasmo del primo post e programmare per bene i futuri post o argomenti che si vorranno affrontare. Occorre passione per la materia, quella passione che ti spinge a guardare le cose e a cercare le notizie con un occhio attento che ti porti a dire “Questo è un buon argomento per il blog!” oppure “Questo interesserà i miei lettori“. Occorre metterci la faccia. Va bene un nickname, ma dietro ci vuole un profilo che porti il lettore a fidarsi dei contenuti che scriviamo.

Ed ora passiamo alle mie nominations. Rullo di tamburi per…

Archeotime di Francesca Pontani

L’arte spiegata ai truzzi di Paola Guagliumi

Piccoli Musei

A contrainte di Alessandra Chiappori

LonelyTraveller di Caterina Chimenti

musei in comune Roma

Non sono solo blog di archeologia, anzi, ma ho ampliato il range, per due motivi:

  1. Gli archeoblog che conosco hanno già ricevuto il loro Liebster Award
  2. Non di sola archeologia vive la cultura; il blogging culturale è una fetta importante della rete: una fetta che ha come scopo la comunicazione della cultura, ciascuno per il proprio specifico ambito. Guardando ad esperienze anche diverse e più ampie del semplice archeoblogging possiamo renderci conto di fenomeni e questioni che magari il nostro settore ristretto non ci permette di cogliere. Tra i blog che ho scelto, due sono tenuti da giornaliste, donne che per professione sanno comunicare e che per professione sanno come si approfondisce una notizia.

A questi blog pongo le seguenti domande:

  1. Perché il blog? Passione per la scrittura, bisogno di condivisione, strumento di lavoro?

  2. Cosa c’è dietro i tuoi post? Ispirazione o ricerca?

  3. A cosa serve e a chi serve il tuo blog? Informare, divulgare o intrattenere?

  4. Quanto tempo quotidiano dedichi al blog? Quanto è importante nella tua vita professionale?

  5. Autodidatta e istintivo o cerchi nuovi spunti di formazione e di aggiornamento? Pensi che il blogging possa essere una professione a tutti gli effetti, anche in ambito culturale?

Bene. Buon lavoro a tutti. Ci leggiamo prossimamente. E, naturalmente, facciamo rete!

 

 

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