Musei in vetrina? No grazie! Gli Archeoblogger all’arrembaggio degli Uffizi

Agli Uffizi??? E perché? Che ci azzeccano gli Uffizi con l’archeologia? Non sono forse il Museo del Rinascimento? Non sono forse il museo dei Botticelli, dei Leonardo, dei Michelangelo e via di seguito?

#uffiziarcheologia

Eheh, cari miei, gli Uffizi sono molto di più. Non sono semplicemente (e si fa per dire) una pinacoteca, anzi LA pinacoteca, ma sono una raccolta vastissima di arte in tutto il suo significato più ampio, ivi compresa l’arte antica. I Medici, coloro grazie ai quali abbiamo oggi gli Uffizi e la temperie culturale da cui si generò il Rinascimento, raccolsero infatti, nel loro fervore collezionistico, un’ingente collezione archeologica, consistente in sculture di età romana, copie di famosi originali greci, e poi di bronzetti, monete e cammei, e di quant’altro potesse soddisfare il loro spirito collezionistico e la passione per l’Antico, che nel Cinquecento fu oggetto di una vera e propria riscoperta, supportata soprattutto dalle tante scoperte archeologiche che pian piano avvenivano, e dal commercio che dei manufatti antichi si era sviluppato. L’archeologia dell’epoca era diversa da quella di oggi. Non era ancora Archeologia, innanzitutto, ma piuttosto Antiquaria, e l’interesse per l’antico si limitava al bell’oggetto, possibilmente in materiale prezioso, marmo, bronzo oppure oro. La collezione medicea è amplissima e si arricchì in continuazione di nuove acquisizioni, sia acquistate sul mercato antiquario che provenienti da scoperte fortuite (come la Chimera e la Minerva di Arezzo, scoperte a metà del Cinquecento e subito volute da Cosimo I a Firenze). La collezione di antichità per un certo tempo ebbe tutta sede agli Uffizi, e solo con la creazione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze si decise di staccarne una parte (Chimera e Minerva in primis). Ma la maggior parte della statuaria antica in marmo è rimasta nel museo più famoso d’Italia, e occupa la Galleria, rimanendo spesso invisibile alle orde di visitatori a caccia di Michelangelo e dei Caravaggeschi.

Questa lunga premessa era doverosa per spiegare perché lunedì 21 settembre un gruppo di agguerrite archeoblogger avrà l’opportunità di visitare (a museo chiuso, privilegi che voi umani non potete immaginare) gli Uffizi secondo una prospettiva diversa dal consueto percorso turistico. Ma a cosa è dovuta questa fortuna?

La Galleria degli Uffizi. Credits: Cristiana Barandoni per @archeoapuov e @goldunveiled

Partiamo dal titolo: “MUSEI IN VETRINA? NO GRAZIE!”: con questo slogan gli Uffizi sono sempre più social! Lunedì 21 settembre, infatti, avverrà il lancio del nuovo progetto di valorizzazione della Sezione Archeologica: #UFFIZIARCHEOLOGIA a cura di Cristiana Barandoni e Fabrizio Paolucci. Il Dipartimento di Antichità Classiche degli Uffizi promuove e facilita la conservazione, lo studio e la valorizzazione della propria collezione archeologica. Le attività comprendono lo sviluppo di nuovi strumenti di conoscenza, la disseminazione di informazioni complesse ai vari pubblici, la promozione del proprio patrimonio attraverso eventi e giornate speciali (una per tutte quella tenutasi il 16 Ottobre 2014 in occasione dell’International Archaeology Day). Da aprile 2014 il Dipartimento ha attivato una sezione interamente dedicata allo sviluppo e alla progettazione di percorsi e strumenti di comunicazione, anche attraverso l’attivazione di profili/account sui maggiori social media mondiali, che si rivolgono al grande pubblico dei fruitori digitali, senza mai perdere di vista la sostanza scientifica delle nozioni messe in rete. Dopo il rilevante successo di GoldUnveiled© (www.goldunveiled.it), primo progetto del Dipartimento in questo ambito, lunedì 21 settembre sarà lanciato un nuovo sistema di comunicazione web, l’hashtag #uffiziarcheologia con lo scopo di focalizzare l’attenzione dei visitatori, reali e virtuali, sull’ingente patrimonio archeologico, sia statuario che architettonico disseminato nella Galleria, patrimonio spesso inosservato o messo in ombra dalle più note e prestigiose opere d’arte, conosciute in tutto il mondo, motivo principale della visita al museo.

Per il lancio di questo progetto il Dipartimento ha deciso di invitare un team di Archeobloggers ai quali affidare il compito di promuovere il progetto attraverso i nuovi media e i social network più importanti del mondo. Due turni di visita speciale a porte chiuse, uno la mattina (statuaria) e uno il pomeriggio (architettura) per svelare l’enorme patrimonio archeologico della Galleria alla comunità virtuale. Chi sono gli Archeobloggers? Archeologi che hanno capito l’importanza fondamentale dei media quale veicolo di disseminazione della cultura anche e soprattutto ai pubblici dei non addetti ai lavori; hanno risposto all’invito:

Antonia Falcone, Professione Archeologo (www.professionearcheologo.it)

Astrid D’Eredità, ArcheoPop (www.archeopop.it)

Francesco Ripanti, ArcheoKids (archeokids.tumblr.com/)

Marina Lo Blundo, Generazione di archeologi (http://generazionediarcheologi.myblog.it/)

Silvia Bolognesi, ArcheoToscana (https://archeotoscana.wordpress.com/)

Stefania Berutti, Memorie dal Mediterraneo (www.memoriedalmediterraneo.com/)

L’intera giornata potrà essere seguita, oltre che sui blog, anche sui profili social del Dipartimento: FACEBOOK: Pagina Gold Unveiled TWITTER: @GoldUnveiled INSTAGRAM: GoldUnveiled

E allora l’appuntamento è per lunedì mattina. Scarpe comode, smartphone carico e quadernino per gli appunti (che fa molto vintage) pronto. E pronti anche voi, a seguirci in questa esplorazione a museo chiuso. So già che si rivelerà densa di sorprese… 😉

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