
Sono stata a Parigi (anche) per vedere la mostra Mythes Fondateurs, di cui molti hanno parlato (me compresa) pur senza averla vista. Mi correggo, non sono andata a Parigi per vedere questa mostra, ma già che “dovevo” andare al Louvre perché il mio compagno, mai stato a Parigi prima, “doveva” vedere il Louvre, allora ne ho approfittato per visitare una mostra la cui idea di base mi aveva entusiasmato fin da che ne avevo letto la prima volta, e della quale ero curiosa di scoprire l’allestimento: un conto, infatti, è avere un buon tema e una buona intuizione, un conto è renderla nella pratica, vedere come arriva al visitatore.
Vi dico subito cosa mi attirava della mostra: la maschera di Darth Vader, originale di scena del 1979, recante i segni delle battaglie, qualche scalfittura sulla superficie, sul casco, in corrispondenza delle viti. Come me, immagino che molti siano stati attratti da essa e dall’idea di considerare Star Wars una saga mitologica dei tempi moderni, al pari delle centauromachie o delle amazzonomachie greche. Il sottotitolo della mostra è infatti “De Hercules à Darth Vader” ricomprendendo in sé praticamente tutte le mitologie occidentali.
La mostra parte da ancora più indietro, dagli Egizi e addirittura risale alle società più primitive, al Tempo del Sogno degli Aborigeni australiani, tanto per dirne una. Il perché è spiegato con una semplicità estrema, nella prima sezione, “Alba del mondo“. Riporto la frase (tradotta) per intero, perché è un esempio di chiarezza che sbalordisce per la sua completezza: “Tutte le civiltà hanno inventato storie per raccontare l’origine del mondo e capire il posto dell’uomo nell’Universo. Sono i miti, che si trasformano e si trasmettono. Essi sono al centro della creazione artistica, della preistoria a oggi, e raccontano una storia del mondo. Essi tentano, poi, di dare senso alla morte e ai disordini delle nostre società. Essi esprimono le preoccupazioni dell’uomo“.
È un rapido excursus attraverso i miti principali del mondo. Una sezione è dedicata ad Eracle, l’eroe per eccellenza della mitologia greca, e una sezione è dedicata, appunto, a Star Wars, attraverso un video che fa capire come la saga di George Lucas sia stata percepita come “mito” dagli stessi attori dei nuovi episodi.

Alcune soluzioni allestitive sono geniali: il pannello che parla di Eracle è scritto all’interno di una clava, suo simbolo per eccellenza, mentre a proposito degli eroi in generale il pannello è iscritto all’interno del disegno fumettistico di Superman che si strappa la camicia: il messaggio visivo e quello scritto vanno di pari passo.
La mostra è ricca di spunti. Ma restano ahimè spunti. Una mostra del genere a mio parere poteva essere sviluppata in spazi molto più ampi e tirata più per le lunghe. Invece sfrutta gli ambienti della Petite Galerie. Che è davvero Petite. 3 sale, niente più. Spazi risicati che più che offrire una mostra offrono un antipasto. Arrivata in fondo mi son detta “Tutto qui?”. Troppo, troppo breve. Ha messo sul piatto delle belle riflessioni, ma mi sarei aspettata un’esposizione più ampia, con altri dati, oltre che spunti. Così, la maschera di Darth Vader sembra il vero motivo per cui è stata organizzata la mostra (e tra l’altro la maschera non si può fotografare, cosa che mi ha abbastanza destabilizzato) e questo svilisce particolarmente il senso di tutto il discorso. La maschera è ciò che richiama il pubblico, c’è poco da fare. Proprio per questo avrei strutturato un discorso più ampio, che indagasse il perché della nascita dei miti e soprattutto come accade che anche in tempi moderni una saga possa diventare mito. Anche Il Signore degli Anelli, o Harry Potter, sono nuove mitologie. E allora, qual è il processo mentale collettivo che porta a rendere mitiche quelle che altrimenti sarebbero semplicemente storie? Quali valori si ritrovano, costanti, a far sì da creare un mito? E i supereroi allora? Cui ora peraltro è dedicata una mostra al MANN? Non sono anch’essi i nuovi miti? Tutto questo manca, è appena accennato. Mi risulta una mostra interessante in potenza, ma poco efficace all’atto pratico. E dal Louvre, francamente, mi aspettavo qualcosa di più.

Un pensiero su “Mythes Fondateurs. La mostra del Louvre che ruota intorno a Star Wars”