La battaglia per gli open data passa da Pompei

Uno scorcio di Pompei

… che poi qualcuno potrebbe dire: “Ma che mi frega di sapere quali cantieri archeologici  sono in corso a Pompei in questo momento e quanto costano?”. Certo, ma poi non lamentiamoci se si urla allo spreco di fondi pubblici. Più che altro, se vorremo unirci al coro di chi parla di tali sprechi, potremo effettivamente farlo con i dati alla mano. Sì perché dall’8 settembre sono finalmente disponibili, sul sito della Soprintendenza Speciale di Pompei, i primi dati aperti sui cantieri del Grande Progetto Pompei (GPP). Il progetto che ha permesso tutto ciò (che sembra poco, i dati relativi a 25 cantieri in corso, ma che poco non è assolutamente) è OpenPompei, un progetto che ha come scopo la trasparenza di dati amministrativi sull’archeologia, sugli appalti, sui costi dei cantieri archeologici e di restauro, dati che consentono di monitorare una parte del nostro lavoro che i più ignorano, fatta di costi e di prezzi: certo, niente di romantico o di affascinante, e se già vi fanno sbadigliare le notizie che parlano di cocci, di tombe senza corredo e di scoperte di muretti conservati per due filari non di più, figuriamoci quanto vi possono entusiasmare questi. Però è importante che questi dati siano aperti, consultabili liberamente (e sul sito di OpenPompei si trova, oltre alla mole dei dati, un tutorial per aiutare nella navigazione) e questo risultato va accolto con un grande applauso alla caparbietà di chi ha insistito e ci ha creduto e, certo, all’amministrazione che ha acconsentito, perché è inutile che vi dica che non è cosa scontata, per un’amministrazione, mettere online, rendere di pubblico dominio dati di questo tipo.

La mappa dei 25 cantieri i cui dati sono consultabili liberamente sul sito di OpenPompei
La mappa dei 25 cantieri i cui dati sono consultabili liberamente sul sito di OpenPompei

Siccome mi occupo poco di open data in archeologia, ma conosco chi da anni ne ha fatto la propria battaglia personale e professionale, preferisco lasciare la parola a lui. Si tratta di Gabriele Gattiglia, che lavora nel team del Mappa Project, da sempre si occupa di open data in archeologia e collabora, tra l’altro, proprio con OpenPompei. A lui ho chiesto quindi di raccontare qualcosa in più, come persona informata sui fatti 😉

Perché è importante OpenPompei? Perché è importante che se ne parli?

OpenPompei, aprendo i dati amministrativi dell’archeologia rappresenta il primo passo per arrivare ad aprire i dati più propriamente archeologici, quelli cosiddetti ‘scientifici’ (rilievi, schede, piante, foto, ecc.). Pompei è un luogo simbolo, e se Pompei apre i suoi dati, piano piano anche gli altri seguiranno. Personalmente la considero una rivoluzione per l’archeologia italiana. OpenPompei è importante, inoltre, perché cerca di fare politiche di coesione nel sud Italia utilizzando i beni culturali e un luogo simbolo, come’è, appunto, Pompei.

Come nasce OpenPompei?

OpenPompei nasce da fondi europei ed è stato fortemente voluto da Fabrizio Barca quando è stato Ministro della Coesione Territoriale durante il governo Monti. Qui trovi un po’ di info: http://www.openpompei.it/cose/

Perché sono importanti i dati aperti e perché è importante che sempre più istituzioni seguano l’esempio di OpenPompei?

I dati che sono stati aperti ora, cioè quelli sui cantieri del Grande Progetto Pompei, sono importanti perché permettono ai cittadini di monitorare come sono stati spesi i loro soldi e di sviluppare una nuova cultura della trasparenza anche nel campo dei beni culturali. I dati aperti che vorremmo aprire, quelli archeologici, sono importanti non solo per gli studiosi, ma anche per i cittadini che vogliono conoscere e tutelare il proprio patrimonio, e anche per chi ha idee e vuole sviluppare dei modelli di business legati ai beni culturali. Perché tutte queste cose siano efficaci non basta che ci siano un po’ di dati, ma ne servono tanti, i dati devono diventare un’abitudine (sia pubblicarli, sia riutilizzarli), per questo è importante che si faccia formazione e per questo è importante che un luogo simbolo dell’archeologia e dei beni culturali come Pompei apra i suoi dati, perché può dare il via a numerosi epigoni, ad un processo virtuoso in cui tutti vogliano dimostrare la propria disponibilità ad aprire i dati.

Ringrazio tantissimo Gabriele per la sua disponibilità. Tra l’altro lui stesso mi ha segnalato la pagina FB di OpenPompei. E io la segnalo a voi…

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