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Inizia con questo articolo un breve dossier sull’archeologia in Australia. Terra scoperta solo a fine Settecento e colonizzata a partire dal secolo successivo, non vanta una grande tradizione archeologica, sia perché gli insediamenti coloniali e le prime testimonianze dell’occupazione europea vengono studiati giustamente con metodo storico, sia perché lo studio dei siti aborigeni, completato dagli scavi archeologici, trae linfa vitale dall’apporto dell’antropologia culturale. Chissà allora come viene percepita l’archeologia classica…
Sydney, ottobre 2011. In Australia in realtà non esistono musei archeologici nel senso che noi attribuiamo al termine (o, se esistono, non sono però segnalati sulle Guide a uso e consumo dei turisti). La comunicazione delle scoperte archeologiche legate ai siti aborigeni, e che derivano in certi casi da veri e propri scavi preistorici, per l’epoca cui risalgono, viene affidata ai vari Museum of Australia, sparsi nelle capitali degli Stati, e che hanno però più l’impronta del museo di storia naturale e di etnologia che di archeologia vera e propria, oppure ai centri di documentazione/centri culturali aborigeni, sparsi nei territori di cui gli Aborigeni sono stati riconosciuti proprietari tradizionali (tra i più importanti, il Cultural Centre di Uluru, ad Ayers Rock, e il Cultural Centre di Waradjan nel Kakadu National Park, Nothern Territory), nei quali l’impostazione è di tipo antropologico/etnografico, non archeologico. In questi casi l’informazione che deriva al visitatore è senz’altro più completa, visto che il dato archeologico è integrato da altri dati che lo scavo da solo non può restituire. Scompare però, nella presentazione al pubblico, l’idea della ricerca archeologica come fattore per ricostruire il passato. L’idea stessa di archeologia mal si coniuga con la cultura aborigena che affonda la sua ragion d’essere in un passato che però è sempre vivo nel presente. Gli stessi siti aborigeni noti per la presenza di pitture rupestri e perciò inseriti nei percorsi turistici non vengono chiamati siti archeologici, perché tuttora sono considerati sacri e vissuti come tali dagli aborigeni di oggi, eredi e custodi di una cultura orale che si trasmette di padre in figlio, di madre in figlia, e che non a tutti può essere rivelata.
Nel caso dei primi stanziamenti coloniali, la ricerca è condotta a tutto campo riferendosi ad un’ampia gamma e varietà di fonti – d’archivio, artistiche e, vista l’epoca recente in molti casi, fotografiche – il che consente un’acquisizione di conoscenza molto approfondita, per non dire completa, dalla quale derivano in alcuni casi ricostruzioni filologicamente corrette, come nel caso di Sovereign Hill, presso Ballarat (Victoria). Qui è ricostruita la primitiva città di Ballarat, che nacque intorno alla prima miniera d’oro scoperta nella regione. Il parco, che ha più l’aspetto di un parco divertimenti, è però realizzato tenendo conto di documenti grafici e fotografici d’epoca (II metà dell’Ottocento), e restituisce filologicamente l’aspetto degli edifici della cittadina e della miniera d’oro. Certo, non si può e non si deve parlare di archeologia in questo caso, ma non viene meno, anche in un parco di questo tipo, l’intento di fornire un’informazione storica corretta.
Esistono, sia chiaro, istituti di archeologia in Australia, che conducono studi di carattere preistorico sui siti aborigeni e moderno sui primi stanziamenti coloniali. Esistono pubblicazioni scientifiche di archeologia australiana, ma la grande divulgazione preferisce non parlare di archeologia, proprio perché mai come nel caso australiano la disciplina è contaminata da metodologie afferenti altre discipline, ed è completata dagli apporti derivanti da esse. Il museo archeologico e il sito archeologico come lo intendiamo noi non esistono, o almeno non esistono sotto questa definizione.
Marina Lo Blundo
Salve, avrei una domanda attinente appunto all’Australia e all’Archeologia.. Sono gli unici due veri e grandi sogni della mia vita. Però sono molto in contrasto… Vorrei intraprendere gli studi per poter diventare un’archeologa, però secondo varie ricerche ho notato che questo campo è molto più ricercato ad esempio in Germania o comunque al nord.. Mentre in Australia molto poco.. è possibile per un archeologo italiano intraprendere questa carriera in Australia? Avete qualche informazione a riguardo? Vi ringrazio in anticipo..
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Salve, avrei una domanda attinente appunto all’Australia e all’Archeologia.. Sono gli unici due veri e grandi sogni della mia vita. Però sono molto in contrasto… Vorrei intraprendere gli studi per poter diventare un’archeologa, però secondo varie ricerche ho notato che questo campo è molto più ricercato ad esempio in Germania o comunque al nord.. Mentre in Australia molto poco.. è possibile per un archeologo italiano intraprendere questa carriera in australia? Avete qualche informazione a riguardo?
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Ciao Serena, mi piacerebbe poterti dire che non c’è alcun problema e che puoi studiare tranquillamente archeologia in italia e poi partire per l’Australia a caccia di un lavoro da archeologa. In realtà le cose non sono così semplici: perché l’unico modo, a mio parere, ma non sono particolarmente informata sui fatti, sarebbe quello di studiare direttamente in Australia (a Sydney esiste il corso di laurea in archeologia, cui fa capo il Nicholson Museum, cui ho dedicato alcuni post), ma per poter vivere in Australia, come forse già sai, o hai già dei parenti australiani e/o il passaporto australiano, oppure devi andare per lavoro e allora ti viene rilasciato un visto per lavoro che ti scade ogni tot e che rinnovi solo dimostrando che continui a lavorare.
Non conosco la situazione degli archeologi australiani, non so se lavorano come liberi professionisti o solo attraverso le università. Di certo si tratta di un’archeologia ben diversa dalla nostra, con problematiche totalmente differenti.
Ed ora il mio spassionato parere, per quello che può valere: vista la particolare situazione attuale, dell’Italia e dell’archeologia, non ti conviene realizzare solo uno dei tuoi sogni? Io fossi nella tua situazione non avrei dubbi: scapperei in Australia e lascerei perdere l’archeologia; tanto se comincerai a studiarla sarà solo per passione e allora, passione per passione, tanto vale che la coltivi come tale…
Lungi da me spaventarti o essere disfattista, ma vedo quello che accade intorno a noi e credimi, in questo momento non è un bello spettacolo.
Buona fortuna!
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