E dopo il Vesuvio…la gru!

Non era bastata l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.  Quella, anzi, da un punto di vista prettamente archeologico, è stata una vera “fortuna”, dato che ha permesso di restituire una città, Pompei, perfettamente conservata, imbalsamata alla prima età imperiale. Ma laddove il Vesuvio non ha distrutto, anzi ha preservato, coprendo totalmente di lava che poi è stata asportata nel corso degli scavi archeologici, ha potuto la malarcheologia italiana: è del 23 gennaio 2010 la notizia, apparsa su L’Unità.it e condivisa all’infinito su facebook (che quanto a catalizzatore di cattive notizie è insuperabile) che una gru sarebbe accidentalmente caduta sulla Casa dei Casti Amanti.

Com’è potuta accadere una cosa del genere? Soprattutto, quali saranno le conseguenze? Qualcuno dovrà pagare, oltre al Patrimonio archeologico italiano. E oltre il danno la beffa: che figura ci facciamo davanti al mondo intero? Già mi immagino le prossime trattative che il MiBAC condurrà per ottenere la restituzione dell’ennesimo capolavoro dell’arte antica rubatoci da qualche Metropolitan o Getty Museum: ci rideranno in faccia! Ci faranno notare che non siamo in grado di mantenere in salute le cose che già abbiamo, come possiamo garantire di tenere meglio di loro le opere che rivogliamo indietro? Abbiamo una bella faccia tosta, non c’è che dire!

Un’altra bella sberla al nostro Patrimonio, questa volta inflitta non da nemici esterni alle Istituzioni, ma dalle Istituzioni stesse, che hanno permesso che potesse accadere una cosa del genere. Il danno non è né più né meno analogo al crollo di una scuola (ovviamente senza alunni dentro): vanno cercati, trovati, inquisiti i responsabili, perché il danno alla cultura non è meno grave di un danno alle opere pubbliche.

 

 

4 pensieri su “E dopo il Vesuvio…la gru!

  1. Guarda,
    meno male che non l’ho letta in tempo reale, così almeno ho passato il sabato senza incavolamenti.
    Tutti questi signori mi ricordano pericolosamente quel tizio che, per passare alla storia, pensò bene di incendiare l’Artemision.

    E, a proposito di soldi ben spesi e lontano dai sensazionalismi, guarda un po’ qui l’ultima trovata dei “leonardologi”:
    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/201001articoli/51581girata.asp
    Intendono riesumare il corpo del da Vinci, per scoprire se la Gioconda è davvero il suo autoritratto. E già che ci sono, se è morto di sifilide o di qualcos’altro.
    Non ci dormivamo la notte…

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  2. purtroppo pompei scavi è abbandonata al suo destino. io che ci ho lavorato so cosa vuol dire affrontare quotidianamente l’indifferenza dei custodi, l’arroganza dei turisti, i luoghi inaccessibili dell’antica città causa crolli improvvisi. certi giorni bastava un’acquazzone per mandare tutto in malora. eppure abbiamo un patrimonio che il mondo ci invidia e non siamo in grado di renderlo fruibile di preservarlo dalle angherie del tempo, per poterlo consegnare al nostro futuro. peccato, quando leggo notizie di questo genere mi sento doppiamente sconfitta!

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  3. Doppiamente sconfitta. Niente meglio di queste due parole rende l’idea di come ci sentiamo noi che siamo del mestiere davanti a notizie come questa. Detto da te, poi, assume un valore tutto particolare, e perciò ancora più amaro. A proposito, approfitto qui per dirti che dopo la prima veloce visita che ti ho fatto qualche giorno fa, ho approfondito la lettura del tuo blog e ti esprimo la mia ammirazione per quello che hai fatto e per quello che fai ora che non lavori più. Leggere i tuoi blog mi ha dato molto da riflettere, e per questo ti ringrazio.

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  4. figurati marina! sono nata col bernoccolo dell’archeologia, una passione coltivata per annai fino a farla divenire il mio lavoro-pagnotta per un periodo della mia vita, poi vabbè il destino ha messo i bastoni tra le ruote…però attraverso il blog rivivo le vecchie emozioni di una volta legate al cantiere al magazzino e all’università. e mediante l’uso della scrittura posso ancora trasmettere il valore della bellezza dei nostri beni culturali, far conoscere nel mio piccolo quanto è grande e sconosciuto il faticoso lavoro degli addetti ai lavori. da parte di una ormai ex-archeologa come me, questo è il minimo che possa fare! spero che tu torni a leggermi ancora, a presto!

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