Sono su Telegram ormai da qualche annetto. Usata inizialmente come app di messaggistica, pian piano ho cominciato ad appassionarmi e a percepirne le potenzialità. La domanda a quel punto mi è sorta spontanea: potrebbe essere efficace telegram per comunicare l’archeologia?
Brevemente: cos’è Telegram
Telegram è molto più di un’app di messaggistica istantanea. È un social network, è a suo modo un motore di ricerca, è un luogo in cui sta diventando sempre più facile fare business. Esiste dal 2013, ma è dal 2017 che almeno in Italia ha raggiunto una certa popolarità. “Telegram è un sistema integrato di comunicazione, a più livelli e in più direzioni, adatto davvero ad ogni tipo di pubblico, poiché permette a chi ne ha bisogno di trovare un proprio interlocutore” (M. Pellizzi, Rivoluzione Telegram, p.26).

Telegram non è solo un’app di messaggistica one-to-one, ma consente la creazione di chat di gruppo decisamente ampie, quindi di veri e propri gruppi (sul modello di facebook) e di canali. I gruppi e i canali consentono di creare intorno a sé una community. Su Telegram dunque si può davvero pensare di creare una community intorno al tema – o al brand – che più ci interessa comunicare.
Non sto a entrare nel merito delle funzionalità e delle qualità di Telegram. Per fare ciò vi consiglio il manuale di Marta Pellizzi, Rivoluzione Telegram, edito da Dario Flaccovio nel 2018. Io qui mi limito a fare alcune considerazioni, nonché a promuovere il mio canale Telegram “Generazione di archeologi”. Ma ci arriviamo tra poco.
Comunicare l’archeologia e i musei su Telegram
E certo che il punto che mi interessa è questo. Siamo su un blog di archeologia, no? Quindi mi interessa parlare di Telegram e di capire o saggiare se questo strumento possa essere efficace ai fini della comunicazione archeologica.
Ho fatto una ricognizione, per vedere intanto lo stato dell’arte e capire chi c’è su telegram – in Italia – a parlare di archeologia (o di musei).
Ebbene, siamo in pochissimi.
Bisogna distinguere come dicevo poc’anzi, tra gruppi e canali. I gruppi sono luoghi in cui c’è un amministratore ma nel quale tutti i partecipanti invitati possono esprimersi. I gruppi possono essere privati oppure pubblici. I gruppi telegram (privati) sono molto efficaci per team numerosi di lavoro o di ricerca; i gruppi aperti funzionano anch’essi come una chat per cui al contrario di facebook non c’è un contenuto prevalente dal quale discende una conversazione sulla scia di commenti successivi, ma è il contenuto esso stesso conversazione. Nel gruppo tutti gli utenti hanno pari dignità di parole dell’amministratore. L’amministratore potrà avviare conversazioni per mantenere alta l’attenzione, ma anche gli utenti potranno a loro volta scrivere e commentare cose.
Ben diverso è il funzionamento dei canali. Anche se ultimamente si stanno sbloccando delle funzionalità che vanno nella direzione dell’interazione, il canale Telegram consiste nella comunicazione unidirezionale. Io pubblico un contenuto che tu, iscritto al canale, puoi visionare, leggere, cliccare per andare al link, ma non puoi commentare, né interagire. In alcuni casi il canale può attivare sondaggi, può creare call to actions, può permettere di mettere reactions ai post, può attivare i commenti, ma in linea generale rimane una comunicazione uno-a-molti.
Tutto questo per dire che ho creato un Canale Telegram. Si chiama, ovviamente, Generazione di archeologi. Il link per iscriversi è: https://t.me/generazione_di_archeologi. In esso pubblico notizie varie di archeologia, non necessariamente di attualità, più facilmente di divulgazione. Sul canale i contenuti sono variegati e spaziano dai musei alle aree archeologiche, alle scoperte recenti, alle mostre.
Personalmente, uso il canale per fare sperimentazione, per studiare, per apprenderne meglio il funzionamento. Anche Telegram ha le sue regole di pubblicazione, come i post che hanno un numero di caratteri limitato; allo stesso tempo ha del potenziale, perché offre la grande possibilità di fare ricerca per immagini, per musica, per qualsiasi cosa ci possa interessare, a partire dai bot.
Nel frattempo ci sono anche altre realtà nel panorama della comunicazione archeologica che stanno decollando: tra u gruppi segnalo il gruppo di Let’s dig Again – La community, che ha la funzione principale di spingere le persone a seguire poi le dirette live su un altro luogo virtuale, Twitch, social media basato sulle dirette video, nel quale Let’s dig Again (nata come webradio in seno all’Università di Siena, come tutti sanno) realizza un calendario di dirette con ospiti vari per parlare di tematiche variegatissime di archeologia (hanno invitato anche me lo scorso autunno, ma la mia non è piaggeria, ve l’assicuro).
Un altro gruppo è Djed Medu – Egittologia su Telegram, che raccoglie una community intorno al blog di Mattia Mancini Djed Medu – Blog di Egittologia. Sul gruppo Telegram non solo l’amministratore, Mattia Mancini, immette sempre nuovi contenuti (ha creato persino degli stickers personalizzati!) e avvia conversazioni, ma anche gli iscritti possono a loro volta scrivere o pubblicare immagini. Il gruppo è sicuramente un luogo che funziona se vi è interazione, ma occorre tutta la capacità dell’amministratore nel saperlo far funzionare, sia se si tratta di stimolare conversazioni che nel caso – che può sempre darsi – dello scoppio di polemiche o di critiche o di confutazioni (e sappiamo quanto in archeologia è possibile che ciò accada).
Tra i canali attivi e di recentissima creazione segnalo Strategie Digitali per i Beni Culturali creato da Antonio Benforte (ufficio web e social del Parco archeologico di Pompei) con la collaborazione di Astrid d’Eredità (comunicazione social Parco archeologico del Colosseo). Un luogo che vuole raccogliere best practices, ma soprattutto vuole entrare nel merito del metodo e degli strumenti per la comunicazione digitale della cultura (e quindi dell’archeologia).
Per quello che riguarda i musei, è attivo il canale telegram dei Musei di Fiesole che nel corso del tempo ha saputo variare la narrazione alternando a post informativi (eventi, orari, ecc.) contenuti di carattere divulgativo. Questo è stato fatto sicuramente a partire dal lockdown del marzo 2020 che ha costretto molti musei a rivedere i propri contenuti social. E infatti Musei di Fiesole si è rinnovato e non posso che esserne felice.
Il canale telegram “Generazione di archeologi”
Siccome io non ho la possibilità fisica di stare dietro all’impegno che un eventuale gruppo potrebbe comportare, ho preferito aprire un canale, piuttosto che un gruppo. Non ricevo interazioni ahimè, gli unici riscontri che ho sono il numero di visualizzazioni dei singoli post. In questo momento sono in fase di sperimentazione: voglio capire se effettivamente c’è margine, anche per un’istituzione museale, per sfruttare anche questo canale per raggiungere le persone.
I temi che ho affrontato finora sono variegati: l’ultimo in ordine di tempo è stato il rilancio della notizia del carro da parata rinvenuto a Civita Giuliana (Parco archeologico di Pompei). Prima avevo parlato della Necropoli di Isola Sacra (Fiumicino) e del mosaico della tomba 43 raffigurante due navi che entrano in porto. Ancora prima ho parlato del Piè di marmo a Roma: a chi apparteneva il piede in marmo colossale che è collocato in una stradina a poca distanza dal Pantheon?
Potrei andare avanti per un bel pezzo ad indicare tutti i vari contenuti che ho già pubblicato. I testi sono scritti tutti appositamente per telegram, dunque non sono riciclati da altri social, e il taglio che voglio dare è divulgativo “serio”, senza indulgere in facili scorciatoie linguistiche, ma cercando di mantenere un livello alto della narrazione/descrizione. Questo perché immagino l’utente che si iscrive ad un canale di questo tipo su Telegram come persona realmente interessata a contenuti informativi, e magari anche di approfondimento: io per esempio cercherei cose di questo tipo, se solo esistessero analoghi canali, e uno c’è: il canale telegram Archeopop di Astrid d’Eredità infatti è stato un antesignano, presente fin dal 2017; la pagina facebook invece continua a funzionare egregiamente: https://www.facebook.com/ArcheoPop.
Ammetto candidamente che il canale Telegram “Generazione di Archeologi” è ancora molto limitato, sia come contenuti che come potenzialità offerte da telegram stesso. Ma se vi piace l’idea di seguire insieme a me questo esperimento, e di darmi magari dei consigli, soprattutto se avete esperienza di gestione di canali telegram, vi prego di lasciarmi un commento qui sotto. Ne discuteremo insieme.