Un ponte per Luni

La prima città romana della Liguria è da qualche mese facilmente raggiungibile dall’autostrada grazie ad un ponte. Finalmente, diciamo noi che ogni volta per arrivarci negli anni passati dovevamo armarci di cartina e seguire i cartelli stradali (eh sì, quand’ero studente non esisteva Google Maps)!

Un ponte, dicevamo, tra passato e presente. Un ponte tra i 130 km/h di limite della velocità e il 177 a.C. quando fu fondata la città di Luni dai Romani che si espandevano verso Nord, verso l’Appennino, verso le Alpi.

Il ponte sull’A12

Il progetto divenuto realtà di cui parlo risponde ad una semplice domanda: come attrarre a Luni i viaggiatori su lunga tratta? Come invitare a visitare una delle città romane più importanti d’Italia chi viaggia da Livorno e Firenze a Genova, a Milano e ritorno senza costringerlo ad uscire dall’autostrada? Semplice, si fa un parcheggio lungo l’autostrada dal quale si raggiunge, con un percorso pedonale, la città romana di Luni. L’area archeologica a sua volta ha rinnovato i suoi percorsi espositivi garantendo al visitatore l’immersione nell’antico. Quello che qui interessa, però, è l’infrastruttura, ovvero il ponte in sé, l’idea che si possa connettere una strada a lunga percorrenza con un’area archeologica.

L’idea del ponte, che è stato inaugurato a maggio 2019, risale indietro nel tempo al 2004 addirittura. Io ne sentii parlare per la prima volta, e ne rimasi entusiasta, al convegno “Antiche città abbandonate a confronto: problematiche, progetti ed esempi di valorizzazione” che si svolse a Bologna nel 2013. All’epoca si parlava ancora di progetto. Finalmente ha visto la luce.

Il camminamento dal parcheggio dell’A12 all’area archeologica. Credits: cartella stampa Portus Lunae

Non è stato un iter semplice, come per tutte le opere pubbliche di un certo impegno – e qui gli enti coinvolti erano tanti e notevoli – e lo stesso progetto iniziale del ponte, dai primi anni 2000 a oggi, si è evoluto seguendo le tecnologie vieppiù avanzate. Che realizzare una cosa già vecchia in partenza non piace a nessuno.

Il ponte si trova sull’A12, tra le uscite di Carrara e Sarzana, tra Toscana e Liguria. Collega un parcheggio, realizzato in funzione dell’autostrada come tanti se ne trovano lungo il tragitto, alternati agli autogrill, con l’area archeologica. Sto viaggiando? Voglio fermarmi? Mi attira l’idea di visitare il Portus Lunae? Non devo neanche uscire dall’autostrada! Presto fatto, e il collegamento con l’area archeologica è realizzato.

Credo che anche altre realtà archeologiche in Italia potrebbero prendere spunto dal ponte di Luni. Al sito di Luni fino ad oggi si accedeva attraverso la viabilità ordinaria che dalla frazione di Luni Mare consentiva di raggiungere l’area di ingresso situata in Via Luni 37. Non proprio comodissimo per chi veniva da fuori.

La nuova passerella pedonale invece consentirà di accedere direttamente all’area archeologica con una breve passeggiata di strada bianca lungo il canale lunense, dopo aver parcheggiato l’auto nel parcheggio autostradale. Coloro che provengono dalla direzione di Livorno potranno percorrere anche un piccolo tunnel pedonale che consentirà di apprezzare un video emozionale sull’antica città ed il suo territorio.

Il favoloso pavimento a mosaico della Domus di Oceano che proprio da questo mosaico prende il nome. Siamo in una delle domus tardoantiche più ricche di Luni

La realizzazione della passerella è stato un processo molto complesso che ha visto il coinvolgimento e lo sforzo congiunto di diversi Uffici periferici dello Stato che negli anni si sono avvicendati attraversando anche i nuovi assetti del MiBAC conseguenti alle varie e variegate riforme. Hanno comunque concorso a questo risultato, oltre al Polo Museale della Liguria che ha in consegna il sito, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona, nei diversi settori archeologico ed architettonico.

Luni, breve storia di una città romana

La colonia, con il nome di Luna, fu fondata dai Romani nel 177 a.C. come avamposto militare per le legioni, durante una campagna militare contro i Liguri. Nonostante la conquista militare la resistenza dei Liguri continuò fino al 155 a.C., quando il console Claudio Marcello li sottomise definitivamente: per commemorare la vittoria, nel Capitolium di Luni gli fu dedicata una statua.

Luni, la piazza del Foro così come appare oggi

Luna vide la sua massima espansione sotto il principato di Augusto tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. quando, complice l’avvio dello sfruttamento intensivo delle cave di marmo delle Apuane, si attuarono numerosi interventi edilizi dovuti all’affluire di ricchezze in città: in questa fase, per esempio, fu sensibilmente ampliato e rinnovato il foro, il luogo principale della vita pubblica. Proprio la politica di sviluppo architettonico dei municipia voluta dal primo imperatore Augusto prevedeva l’impiego di materiali pregiati come il marmo lunense, che veniva imbarcato proprio al Portus Lunae. “Ho trovato una città di mattoni e ve l’ho restituita di marmo” dice infatti Augusto a proposito della grande profusione di marmo nell’Urbs. Allo stesso modo, seguendo il suo esempio, in una gara di munificenza, le élites locali delle singole città dell’Italia rivestono i monumenti pubblici di monumenti in marmo e statue. Luni, se non altro, il marmo non ha bisogno di importarlo: ce l’ha a due passi, sulle montagne alle sue spalle.

Le cave di marmo di Carrara hanno una storia millenaria. Il loro sfruttamento inizia già prima dell’età augustea, e una delle cave dell’epoca è visitabile ancora oggi

Proprio in età augustea e giulio-claudia la città raggiunge circa 50 000 abitanti. Una seconda fase di sviluppo della città si ha poi nel periodo degli imperatori Antonini tra il 98 d.C. e il 180 d.C., quando fu costruito l’anfiteatro in grado di contenere 7000 persone: ad oggi, uno dei monumenti meglio conservati e più attrattivi della città romana.

L’anfiteatro di Luni. Credits: loveliguria.it

Alla fine del IV secolo un violento terremoto segna una profonda battuta di arresto per la città, causando il crollo di edifici pubblici e privati, anche se intorno al 416 d.C. la città è ancora fiorente; Rutilio Namaziano, il poeta e politico di origine gallica che racconta il suo viaggio nell’opera “De reditu suo“, annota che Luni era circondata da “candide mura”: un ricordo, ancora, della città del marmo.

Visitare Luni

L’area archeologica di Luni è aperta da aprile a ottobre da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30; da ottobre a marzo dal martedì al sabato con orario 8.30 – 19.30. Il costo del biglietto è risibile: 4 euro l’intero, 2 euro il ridotto per i giovani dai 18 ai 25 anni.

Per raggiungere l’area archeologica di Luni, superfluo dirlo: se arrivate in autostrada da Livorno è sufficiente parcheggiare al parcheggio autostradale, percorrere il Ponte Portus Lunae col suo percorso multimediale e giungere alla città romana. Se arrivate da Genova niente ponte: solo parcheggio autostradale e via verso un tuffo nella storia più antica della Lunigiana.

Per approfondire: http://www.musei.liguria.beniculturali.it oppure www.luni.beniculturali.it

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