Scusate se vi propino questa pillola di blog, ma credo che ciò che ho da dire meriti una riflessione…
Come cambia il tempo…
Fino a poco tempo fa alla domanda “che lavoro fai?” e alla mia risposta “l’archeologa“, il mio interlocutore di turno solitamente ribatteva con un “Che bello! Anche io da piccolo volevo fare l’archeologo!” seguito poi dal mestiere, sicuramente più remunerativo che aveva deciso poi di intraprendere nell’età della ragione.
Oggi mi tocca constatare che alla domanda “che lavoro fai?” e alla mia risposta “l’archeologa” (vabbé, si potrebbe discutere sulla validità della mia affermazione, dato che il mio profilo professionale non è quello e soprattutto la figura professionale di archeologo ancora non esiste), il mio interlocutore di turno risponde in modo del tutto diverso. Non si tratta di un caso isolato, ma mi è già capitato 4 o 5 volte nelle ultime 3 settimane, e la reazione che mi suscita è ancora più desolante che se mi avesse risposto “piaceva anche a me, ma ho preferito la carriera di notaio”. Perché la risposta di ora è “Ah, l’archeologa? Sei la prima archeologa che conosco. Che lavora.“
Amen.
E forse più che una pillola di blog, trattasi di una supposta…
A volte la seconda domanda è: “ma riesci a lavorare?” 😦
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