Puntata di quelle che non si dimenticano quella di ieri sera, domenica 26 febbraio 2012, di Presa Diretta, la trasmissione di RaiTre che ha la straordinaria capacità di cantare fuori dal coro e di far indignare ogni volta il suo pubblico, qualunque sia il tema che affronta. Ieri toccava alla Cultura, intesa non tanto come patrimonio, quanto piuttosto come persone che cercano di curare e di far vivere quel patrimonio nonostante tutto. Nonostante i tagli, che ogni volta falciano e falcidiano i budget dei vari Istituti Culturali (in questo caso pubblici), nonostante gli sprechi di denaro in progetti inutili e infattibili, come il portale di CulturaItalia, o il Palazzo del Cinema di Venezia, la cui costruzione è stata bloccata dal rinvenimento di amianto (bada bene, per una volta non di emergenze archeologiche!) al momento delle prime escavazioni.
Non so quanti Italiani abbiano seguito ieri sera Presa Diretta. Però so quanti l’hanno commentata su Twitter. Già, perché secondo un fenomeno sempre più diffuso, è ora abitudine comune degli italiani davanti alla TV commentare in tempo reale ciò che il #serviziopubblico ci propina. Succedeva una settimana fa per il Festival di Sanremo (per il quale ben altro era il tipo di indignazione), è successo ieri sera per Presa Diretta.
È interessante seguire una trasmissione TV, soprattutto di questo tipo, su Twitter: ti rendi conto innanzitutto del pubblico che la guarda e che è interessato a questi temi, ti rendi conto di quali sono gli aspetti che ciascuno ritiene più interessanti, valuti quanto la gente effettivamente partecipa. Perché twittare, alla fin fine, è diventata una sorta di partecipazione attiva del pubblico.
Ognuno dice la sua su Twitter, dal commento circostanziato a quello esasperato, a quello sarcastico, a quello di chi non ha capito di che si tratta, a quello che scrive anche se non ha niente da dire.
Voglio riportare qui alcuni dei twitt più interessanti, o più amaramente divertenti, catalogati con l’ashtag #presadiretta. Ho scelto di non mettere i nomi degli autori perché non so se hanno piacere di essere citati fuori da Twitter. Se però hanno piacere inserirò subito il loro nome, non intendo appropriarmi di pensieri altrui:
Puntata epocale di #presadiretta su come sia stata distrutta la cultura in Italia. È ora di darci tutti una mossa davvero
Il lavoro è cultura, ma non lo sanno, non lo capiscono, e allora “tagliano” (Andrea Camilleri) #presadiretta
Tagli alla cultura in Italia = tagli al petrolio in Arabia Saudita, ovvero follia #presadiretta
A #presadiretta vanno in onda gli eroi della memoria d’Italia: restauratori, soprintendenti, archeologi, storici, archivisti.
La storia che si sbriciola all’archivio di stato di Roma. #presadiretta (a proposito dei mancati fondi per i restauri)
Antinucci dice che #culturaitalia non funziona. Allora non sono solo io ipercritica #presadiretta
7 anni per fare un sito internet! Avranno dovuto montarsi il computer. Bendati. Con una mano sola. #presadiretta
Ridateci i soldi di CulturaItalia che ci paghiamo la connettività e i pc alle scuole #presadiretta
Comunque il portale Cultura Italia è al momento down. Così, tanto per dire. #presadiretta
Menomale che non ci ridanno la Gioconda! #presadiretta (a proposito di Brera, Louvre de noartri secondo il protocollo d’intesa firmato qualche anno fa da Bondi, LaRussa, Gelmini e Moratti)
La prossima volta che sento l’ignorante di turno dire che vuole la Gioconda in Italia dò il via a una rissa #presadiretta
“Prepariamo il futuro per questa pagina della nostra cultura”, dicono i francesi. Piccola, sostanziale differenza #presadiretta (a proposito degli investimenti in cultura fatti dalla Francia, che invece che tagliare ha addirittura potenziato il settore)
#presadiretta stasera è tremendo. La distruzione della cultura in Italia. Le promesse i tagli le occasioni sprecate. Da piangere.
“La cultura è un settore che fatica ad essere preso sul serio” #presadiretta
“Le intelligenze e i talenti ce li abbiamo, quello che manca è un disegno strategico e una visione di politica industriale” #presadiretta
E infine…
Celebriamo il ciotolone marchigiano, simbolo della decadenza della cultura italiana #presadiretta.
Ebbene sì: la prima voce cercata a caso sul portale di Cultura Italia da Francesco Antinucci (F. Antinucci, CNR, autore di Musei Virtuali, Comunicare nel museo e L’algoritmo al potere, tutti per i tipi di Laterza, NdR) intervistato per Presa Diretta, è proprio Ciotolone, provenienza Marche. E il ciotolone è diventato il simbolo di quest’Italia che si indigna per lo stato in cui versa la Cultura intesa, ancora una volta, non tanto come patrimonio culturale quanto piuttosto come sistema, come settore economico e sociale, capace se gestito bene di creare indotto, socialità e cultura a sua volta. È nata una pagina su facebook dedicata al ciotolone. Nella tristezza generale c’è chi trova la forza di sorridere, amaramente, con ironia, e di diventare fan del ciotolone marchigiano. #presadiretta.