Nell’era dell’I-Phone la parola d’ordine è “applicazione”. Ma esistono applicazioni che trattano di archeologia? E sono validi strumenti per chi li acquista su App Store oppure no? Inizia un’indagine nel mondo delle apps disponibili su Apple Store relative al mondo dell’archeologia e dei musei per scoprire il punto della situazione in Italia.
“Esiste un’applicazione per tutto”: così recitava uno degli slogan di I-Phone, per dirci che qualsiasi cosa è a portata di mano, qualsiasi contenuto, dal gioco al libro, all’enciclopedia e al dizionario, passando dalla bussola al “testa o croce” fino al GPS e alla calcolatrice scientifica. “Esiste un’applicazione per tutto”. Sì è vero: esistono apps anche di archeologia. Ma si tratta di validi strumenti di informazione e/o comunicazione archeologica, oppure sono semplici virtuosismi tecnologici? Prima di affrontare il tema, occorre qualche riflessione di partenza.
Innanzitutto le applicazioni in generale. Il problema delle apps è che esse sono riservate solo ai clienti Apple e in generale a coloro che usufruiscono di smart-phone, si rivolgono quindi ad un pubblico limitato: questo l’avvertimento di Tim Berners-Lee, padre del web e strenuo sostenitore della rete come diffusione della conoscenza per tutti e luogo dove più di ogni altro si manifesta la democrazia (Lunga vita al web, pubblicato su Le Scienze, febbraio 2011): per lui infatti App Store limita fortemente il suo concetto di libertà di accesso ai contenuti a chi non è cliente Apple. Naturalmente la tendenza attuale è che lo smart-phone sia il telefono del futuro, che quindi in un futuro abbastanza vicino soppianterà il buon vecchio cellulare, ma al momento, di fatto, è per pochi, non certo per tutti. Le apps infatti offrono contenuti diversi da ciò che si trova in internet, per cui oggi un’ampia fetta di utenti della rete rimane esclusa da essi. La grande potenzialità del web, d’altro canto, è che chiunque in qualunque luogo del mondo può avere accesso ad una pagina web, ad un articolo, ad un blog, ad un video Youtube o ad una voce di Wikipedia. C’è anche l’altro aspetto della medaglia: creare un’app è più difficile dell’aprire, gestire e amministrare un blog, di conseguenza non tutti hanno voglia, o competenza, o interesse, a creare un’applicazione. Nel caso dell’archeologia, questo vuol dire che chi crea un’app ha, naturalmente in linea teorica, uno scopo scientifico e di utilità sociale, differentemente dal blogger che, sempre in linea generale e teorica, per la facilità a creare contenuti propria della piattaforma blog, non necessariamente è un addetto ai lavori, per cui tende spesso a non curarsi troppo della scientificità e completezza dei propri contenuti, con la conseguente difficoltà, da parte degli utenti del web, di saper discernere tra informazioni esatte e bufale archeologiche.
Ci si aspetta dunque che le apps di archeologia rispondano ad un requisito essenziale ma non scontato nell’era dello smart phone: l’esattezza, la completezza e la scientificità dell’informazione fornita. Ci si può interrogare a questo punto sui modi della comunicazione, ovvero sul linguaggio dei testi, sull’interattività, sulla facilità di navigazione.
Vi propongo, da oggi, un viaggio nel mondo, abbastanza limitato effettivamente, delle applicazioni di archeologia in Italia concepite per I-Phone/I-Pod Touch e per I-Pad.
Innanzitutto, come trovare un’applicazione di archeologia? La scelta della parola chiave è fondamentale. Per questa ricerca condotta nell’App-Store ho scelto le parole “archeologia”, ovviamente, “storia antica”, “storia romana”, “antica Roma”, “preistoria”, “musei”.
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All’interno della scelta offerta, si può decidere per le apps gratuite – la maggior parte – o a pagamento. Cliccando sull’icona relativa alla singola applicazione, per saperne di più, si apre la pagina che ne illustra le funzionalità e la grafica, arricchita dai commenti di chi prima di noi ha fatto l’acquisto.
Dal prossimo articolo sull’argomento passerò in rassegna alcune delle apps per I-phone e I-pad gratuite relative all’archeologia. Inizierò con quelle più istituzionali, realizzate sotto gli auspici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: I-Mibac top 40 e I-Mibac Voyager.