Petra, tesoro meraviglioso, Patrimonio mondiale dell’Umanità, è in pericolo. Ovvio, secoli e secoli di esposizione alle intemperie, unitamente al turismo di massa di questi ultimi anni portano inevitabilmente al degrado delle strutture. Quello che vediamo oggi e che già ci affascina doveva essere ancora più grandioso quando fu costruito. A contribuire alla bellezza di Petra, oltre agli straordinari monumenti di età nabatea e romana, è la vivacità stessa dei colori della roccia nella quale questi stessi monumenti sono scavati. Non a caso Petra è conosciuta anche come la “città rosa”: le vivaci venature della sua pietra, capace di creare coloratissime striature, sono in parte responsabili della bellezza di questi luoghi. E anch’esse si stanno rovinando. Un tempo Petra era ricca di sorgenti e di acqua, mentre oggi intorno è un arido paesaggio roccioso e desertico. Questo cambiamento, insieme al vento e alla sabbia, ha provocato un’inarrestabile erosione che si consuma giorno dopo giorno sotto gli occhi dei turisti e di chi fa di tutto per fermare questo dannoso fenomeno.
Il progetto ora in corso, che merita attenzione e pubblicità, è stato ideato dal Professor Talal Akasheh che è riuscito ad aggiudicarsi, per la sua opera, il Rolex Award 2008. Il progetto consiste in una prima fase di mappatura dei monumenti e di tutta la valle di Petra al fine innanzitutto di dotare il parco archeologico di uno strumento di controllo e di conoscenza, sul quale poi andare a intervenire nei punti che maggiormente lo richiedono. La conoscenza, infatti, è il primo passo imprescindibile dal quale partire per poter tutelare e resaturare. Sulla base dei rilievi fatti e della documentazione acquisita si va poi ad intervenire a piccola scala sulla microgeologia (leggi: infiltrazioni d’acqua che alla lunga rovinano la roccia) sia a grandissima scala sull’ambiente circostante, l’urbanizzazione delle aree relativamente vicine (leggi: aumento di smog e di altri fattori nocivi) e infine l’afflusso di pubblico, che bisognerà regolamentare perché continui ad essere una risorsa senza costituire più un pericolo per i monumenti. Interventi mirati per ogni monumento, che in quanto unico ha caratteristiche sue proprie che vanno studiate di volta in volta con l’aiuto di tecnologie innovative.
In bocca al lupo al Prof. Akasheh e in bocca al lupo a Petra, naturalmente.
Per ulteriori info: http://cultech.org