Questa è un’autorecensione. O meglio, un’autopromozione.
Esce il 25 novembre, per i tipi di Dielle Editore, “Femminicidio e violenza di genere nell’antica Roma” a cura di Marina Lo Blundo e con i contributi di Giulia Santini, Elisa Mancini, Alessandra Randazzo (e miei).
Sono particolarmente orgogliosa di questo lavoro. L’idea è sorta un anno fa, esattamente il 25 novembre. Nell’introduzione al volume spiego com’è andata: da un post sui social del Parco archeologico di Ostia antica, in cui si parlava dell’iscrizione funeraria della giovane Prima Florentia, uccisa dal marito, rinvenuta nel corso degli scavi della Necropoli di Porto all’Isola Sacra, si è ingenerato su instagram un dialogo virtuoso e propositivo con quelle che sono diventate le altre giovanissime e competentissime autrici del volume: Giulia Santini, alias @iusintempore, Alessandra Randazzo, alias @alessandra_randazzo e Elisa Mancini, alias @archeop.rn. Da lì a proporre l’idea all’editrice, la straordinaria Cinzia Rosati, è stato un attimo e così eccoci qui, dopo un anno, con la copia in mano e quasi non crederci di essere riuscite a farlo.
Vi lascio qui la sinossi:
Femminicidio e violenza di Genere nell’antica Roma ha il duplice scopo di affrontare per la prima volta compiutamente in una monografia un tema solitamente toccato in maniera puntuale, dal punto di vista ora storico, ora giuridico, ora epigrafico, ma mai letto in una visione d’insieme. L’altro scopo è quello di dare voce alle donne romane, solitamente mute e narrate da autori uomini, attraverso le voci delle quattro autrici.
Qual era la condizione della donna nel Diritto Romano? Quali gli stereotipi di genere che la avvolgevano? Come esprimevano la loro sessualità? E poi: quali sono i casi noti di femminicidio nella storia romana, sia in quella più antica, dove si fonde e confonde col mito, che in quella della tarda repubblica e dell’impero?
Cosa ci racconta l’epigrafia a proposito di femminicidi e della condizione delle donne? E come l’arte esprime la violenza su di esse?
Queste le domande che le quattro autrici si sono poste e alle quali daranno risposta in un volume che vuole essere innanzitutto di carattere divulgativo, per raggiungere quante più persone, donne e uomini, studentesse e studenti, nella convinzione che la conoscenza del passato è la chiave per comprendere il presente e per scrivere il futuro.
Sono particolarmente contenta di questo volume. Lo sono per il tema trattato, che è quantomai attuale, lo sono per il lavoro che c’è stato dietro, e che ha comportato – ma questo chi scrive libri lo sa – ore di sonno perse e di stanchezza accumulate, per poter scrivere, e poi revisionare, naturalmente fuori dall’orario di lavoro. Ma anche ore di studio proficuo, di ricerca, su temi non esattamente “miei”: ma è proprio la sfida nell’affrontare argomenti “nuovi” la cosa più bella che in archeologia si possa fare.

L’intenzione alla base – mi direte voi se è stata rispettata o disattesa – era quella di realizzare un prodotto di carattere divulgativo su un tema complesso da sviluppare finalmente in tutti i suoi risvolti. L’indice tiene conto della pluralità di fonti alle quali ci siamo affidate io e le giovani autrici dei capitoli. Mi piace sottolineare che sono giovani, perché sono effettivamente tutte under 40 (Giulia pure under 30!), e sono la dimostrazione che la giovane età non è mai un limite per osare; ma la vera novità è per me, che è la prima volta che sono la più vecchia all’interno di un gruppo di lavoro. E devo dire, non mi dispiace per niente. Inoltre, sono (siamo) tutte archeodivulgatrici, ognuna per il suo specifico. Ed è per questo che ho voluto loro come autrici: con la sola eccezione di Alessandra, giornalista (articolista per Archeo, per dirne una) della quale conoscevo già la penna, di Giulia e Elisa conoscevo solo la loro capacità comunicativa su instagram, Giulia nel complicatissimo mondo del Diritto Romano, Elisa nel pruriginoso mondo della sessualità antica. Ed entrambe sono state bravissime a tradurre in saggio due temi che, uno per la sua osticità intrinseca, l’altro per la malizia latente, non sono semplici da trattare. A proposito della sessualità: provate voi a non essere licenziosi riuscendo a non diventare, per contro, noiosi. Ecco, Elisa riesce alla perfezione a mantenere questo equilibrio.
Ma ecco l’indice degli argomenti:
- La condizione della donna a Roma nel Diritto Romano tra Repubblica e Impero. Schiava, liberta, libera, matrona, di Giulia Santini
- Stereotipi di genere nella poesia e nella letteratura, di Elisa Mancini
- La sfera sessuale, di Elisa Mancini
- Femminicidio e violenza di genere nella mitologia romana. Lucrezia, Tarpea, le Sabine e le altre, di Alessandra Randazzo
- Casi eccellenti di femminicidio a Roma noti nelle fonti, di Alessandra Randazzo
- Violenza di genere nell’epigrafia romana, di Alessandra Randazzo e Marina Lo Blundo
- La rappresentazione della violenza sulle donne nell’arte romana, di Marina Lo Blundo
- Topografia dei femminicidi a Roma … una suggestione, di Marina Lo Blundo
E poi ci sono le conclusioni. Che in realtà non concludono un bel niente, visto che dopo 2000 anni, secolo più secolo meno, siamo ancora alle prese con un problema che è culturale prima ancora che sociale.
Insomma, il volume uscirà il 25 novembre, nelle librerie sarà disponibile da dicembre, ma intanto è preordinabile online, contattando l’editrice Dielle Editore all’email dleditore@gmail.com
Se avete piacere di volerlo presentare, che sia in un museo, in un festival, in radio, in tv o altrove, contattate me. I miei contatti li trovate qui.







Scrivi una risposta a Libri per appassionati di archeologia (e storia antica, e musei) da regalare a Natale (aggiornato a Natale 2024) – Generazione di archeologi Cancella risposta