Correva l’anno 1998. Io neanche ancora frequentavo l’Università, ma la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum muoveva i suoi primi passi.
Negli ultimi 10 anni, dal 2013 in avanti, mi è capitato diverse volte di partecipare alla Borsa, in veste dapprima di archeoblogger, poi di relatrice, poi di entrambe le cose. Si può dire che proprio a Paestum all’epoca ho potuto verificare che le cose nel campo della comunicazione dell’archeologia si stavano muovendo e stavano cambiando e che io, insieme ad altre colleghe (all’epoca colleghe blogger, oggi colleghe sul serio nel Mic) eravamo le più o meno inconsapevoli artefici del cambiamento.
Ma non voglio celebrare il mio/il nostro operato. I fatti parlano da soli e oggi dopo 10 anni l’uso dei social e del web per comunicare l’archeologia è stato ampiamente sdoganato (non sempre con esiti positivi, eh) per cui oggi non siamo più degli alieni che parlano di cose astruse e che vengono guardati con sospetto.
Tutto questo per dire che la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA) in questi anni ha seguito e accompagnato le evoluzioni, le tendenze, il turismo archeologico, ha messo in dialogo le istituzioni, ha allargato lo sguardo al Mediterraneo intero e oltre, si è fatta portatrice di valori importanti, nel solco della cooperazione internazionale, del salvataggio di monumenti e opere d’arte in caso di conflitti armati (tema questo che è quantomai attuale). In questo senso l’istituzione del Premio Khaled-Al-Hasad per la più rilevante scoperta archeologica dell’anno è stato un passo significativo in due direzioni: quella di condannare ora e sempre la distruzione e il traffico illecito di beni culturali (motivo per il quale l’archeologo siriano Khaled-Al-Hasad fu barbaramente torturato e ucciso) e dall’altro quella di premiare la ricerca archeologica, in qualunque parte del mondo essa sia condotta. Ed è particolarmente significativo che quest’anno abbia vinto per la prima volta non solo una ricerca italiana, ma quella che da tutti in Italia – ma evidentemente nel mondo – è stata definita come LA scoperta: quella dei bronzi di San Casciano del Bagni (ascolta l’approfondimento che ho fatto per Radio Nord Borealis), che ha permesso di scrivere la storia di un santuario delle acque di età etrusca e poi romana e quindi di indagare a fondo e di comprendere molto meglio il sistema dei culti delle acque e delle donazioni di ex-voto, il rito – sempre abbastanza sfuggente – del fulgur conditum e la continuità di vita di un luogo di culto, pur nella sua evoluzione, nel corso dei secoli, nonché la vocazione territoriale allo sfruttamento delle acque termali con finalità un tempo curative, oggi più di svago. Anche dal punto di vista della comunicazione della scoperta i Bronzi di San Casciano dei Bagni hanno fatto parlare di sé, riuscendo effettivamente a raggiungere rilevanza internazionale per non dire planetaria.

Quest’anno, per i 25 anni di BMTA, la Borsa si è tenuta negli ampi spazi del NEXT – Ex Tabacchificio, un impianto di archeologia industriale riadattato per ospitare fiere ed eventi. Molti gli espositori, anche dall’estero, non soltanto mete turistiche, un ampio spazio riservato al Ministero della cultura che ha organizzato un suo calendario – si potrebbe dire parallelo – di conferenze e presentazioni: molto interessante ad esempio la presentazione a cura del Parco archeologico dell’Appia antica, a cura di Simone Quilici e di Francesca Romana Paolillo, sui primi cento giorni dalla scoperta della statua di Ercole durante lavori di archeologia preventiva nel Parco Scott a Roma. Anche quella è stata una scoperta che si pone come caso studio interessante nel campo della comunicazione della scoperta, per tutto il clamore che ha fatto all’inizio (e che ha rischiato di innescare una vera e propria “crisi” se non fosse stato per la competenza e la presenza forte della funzionaria responsabile, la quale si è assunta la responsabilità della scoperta e delle circostanze del rinvenimento, dimostrando che non si poteva fare altrimenti).

Importante vedere come il Ministero della cultura nelle sue molteplici sfaccettature (non solo Musei, ma anche soprintendenze, con il coordinamento del Segretariato Generale) sia una presenza sempre più forte e stabile: una presenza che si è consolidata ed espansa nel corso degli anni, perché a livello centrale il ministero sta comprendendo che i singoli siti da soli non riescono forse a sobbarcarsi l’onere di una partecipazione a una fiera di questo tipo, mentre un coordinamento a livello centrale consente una partecipazione più capillare e diffusa.
Tra i panel presentati si è parlato di UNESCO, di Proloco, di sistemi di gestione per i Musei Autonomi e i Parchi archeologici Mic, sono stati affrontate tematiche a livello più istituzionale e altre a livello più locale, senza dimenticare le ricerche più recenti che da nord a sud passando per le isole vengono condotte anche senza fare notizia come i Bronzi di San Casciano citati poc’anzi. Il programma della BMTA 2023 rende conto della varietà e molteplicità di argomenti.

Tanti, tantissimi eventi anche in contemporanea. Impensabile seguirli tutti. E poi la curiosità di visitare il nuovo allestimento del Museo archeologico di Paestum, che al momento vede chiusa la sezione della pittura, compresa la Tomba del Tuffatore, ma che consente la visita della straordinaria Tomba della Finanza e dei Depositi, con visite guidate condotte dal personale del Museo.
E io che ci facevo a Paestum?
Sono stata invitata a parlare di podcast ad un panel specifico voluto da Fondazione Aquileia e condotto da Cinzia Dal Maso dedicato ai podcast dei luoghi dell’archeologia. Mi sono trovata accanto (chiedendomi effettivamente “che ci faccio io qui?”) a professionisti del calibro di Andrea W Castellanza (autore tra gli altri di Bistory) e di Carlo Annese (autore di Pompei la città viva), e accanto a Paolo del Vesco, curatore del Museo Egizio di Torino, ideatore del podcast Alla ricerca della vita e di Stefania Vannini, della Galleria Borghese, ideatrice del podcast pensato anche e soprattutto per il pubblico non vedente Al di là del Marmo.
Io ho partecipato non in quanto rappresentante di un’istituzione, ma per parlare di Loquis, la piattaforma di podcast geolocalizzati sulla quale ho il canale Generazione di Archeologi. Ho parlato delle criticità della piattaforma, ma soprattutto delle potenzialità per i musei (soprattutto per le reti di musei o per i Parchi archeologici) di realizzare podcast o clip audio geolocalizzate, che possano essere di ausilio ai visitatori. Un po’ come le buone vecchie sane audioguide, che non sono geolocalizzate, ma che nascono proprio per spiegare di luogo in luogo il monumento (o la sala di museo) in cui ci si trova.

Torno a casa da questa BMTA ricca di stimoli, di nuovi vecchi incontri, di nuovi contatti e di vecchie amicizie, di nuove idee e fonti di ispirazione. La Borsa Mediterranea del Turismo archeologico di Paestum è una manifestazione cui sono affezionata, in cui davvero ho mosso i miei primi passi fregiandomi con orgoglio del titolo di archeoblogger, mentre oggi, a distanza di dieci anni, mi fa piacere essere presentata come esperta di comunicazione digitale. Che forse non vuol dire niente, ma fa sicuramente scena.
Ringrazio Cinzia Dal Maso per avermi chiamato a partecipare e Ugo Picarelli, patron della Borsa, per la squisita ospitalità, come sempre. E, chissà, speriamo di vederci l’anno prossimo.







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