Il problema è che noi archeologi siamo romantici…

Ostia Antica, Domus di Amore e Psiche

Ho avuto modo recentemente di fare più volte questa riflessione: a noi archeologi ci fregano e continueranno a fregarci (e ci freghiamo da soli, ovviamente), perché sotto sotto siamo dei gran romanticoni. Amiamo il bello, lo cerchiamo, lo perseguiamo e ci affezioniamo ad esso, e siamo romantici, molto romantici. Altrimenti non ci saremmo scelti un mestiere che vive, si nutre e si alimenta di sola passione. Ne ho avuto l’ennesima conferma nelle ultime settimane, quand’ero impegnata a Ostia a ultimare una campagna di rilievo con l’Università di RomaTre e ogni volta che sollevavo lo sguardo su Via degli Augustali mi bloccavo in estasi a osservare quant’è incantevole il basolato incorniciato da quel superbo cipresso che lo chiude sulla destra. Oppure, lungo il decumano massimo, mi incantavo a guardare i meravigliosi scorci che gli alti pini di Ostia creano, perfettamente integrati nel percorso archeologico della città romana.

996631_10201714019159622_1045142348_n.jpg Ostia Antica, archeologi romantici

E se non tutti gli archeologi sono romantici (ma io direi di sì, visto il successo che le foto che ho pubblicato su instagram, facebook e twitter da Ostia hanno avuto un bel riscontro), io lo sono di sicuro. E il mio essere romantica si manifesta non solo nel sapermi ancora meravigliare di fronte ad un bel paesaggio, ma anche nell’affezionarmi ai luoghi in cui ho scavato. Così, quando l’Istituto Internazionale di Studi Liguri mi ha chiesto se potevo pubblicizzare la loro ennesima campagna di scavo alle mura settentrionali di Ventimiglia, ho pensato che anche se questo blog ormai ha intrapreso tutt’altra via e tutt’altro tipo di contenuti, tutto sommato un pensiero e un sorriso affettuoso ai luoghi che hanno contribuito alla mia formazione ci poteva stare.

ventimiglia, scavi archeologici, iisl

E così eccomi, scusandomi per il ritardo, a dirvi che sta per partire (da lunedì) la XII Campagna di Scavo presso l’area delle Mura Settentrionali di Ventimiglia (IM). Lo scavo si rese necessario anni fa, quando venne in luce un tratto della cinta muraria di Albintimilium dall’orientamento piuttosto inconsueto e con una piccola porta urbica aperta in essa. Lo scavo riguarda la necropoli tardoantica e altomedievale che si installò a cavallo di questo settore delle mura e che pone i problemi – a me peraltro molto cari – dell’abbandono e della trasformazione d’uso di un settore di quella che in età imperiale era stata una fiorente città. Avevo chiesto all’Istituto di ricevere qualche info in più per poter descrivere meglio lo stato dei lavori (io manco dal 2009), ma non avendo ricevuto ulteriori aggiornamenti vi lascio soltanto il manifesto nel quale trovate tutte le info del caso. Il mio saluto e il mio “buon lavoro” a tutti coloro che dal 7 al 31 ottobre lavoreranno sul cantiere delle Mura Settentrionali, dalla direttrice, Daniela Gandolfi, ai suoi responsabili Lorenzo Ansaldo e Viviana Pettirossi, agli studenti di archeologia di belle speranze che qui verranno a farsi le ossa, e soprattutto a imparare a riconoscere la ceramica: perché Ventimiglia è il luogo in cui Nino Lamboglia fece le sue classificazioni della ceramica romana, e l’Istituto Internazionale di Studi Liguri ne porta ancora avanti l’eredità.

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