
“Il nostro tempo è adesso” è lo slogan che l’ANA, Associazione Nazionale Archeologi ha fatto proprio. Finalmente, dopo tanto lavoro “sommerso”, passato in silenzio, di organizzazione, studio, lavoro, fatica, gli archeologi precari d’Italia scendono in piazza, in campo, arrivano sulle pagine dei giornali, arrivano anche in TV. E’ giunto il momento, ed è questo, di far valere i propri diritti, diritti sudati per anni su cantieri mal pagati, mal visti dal resto del mondo, senza la possibilità di rivendicare alcunché, come un tariffario, per esempio. Ma è giunto il momento di farsi sentire, giusto giusto cavalcando l’onda dei disastri in cui affonda, a livello istituzionale, il Mibac.
Dapprima l’articolo apparso su l’Espresso, poi è arrivato il Sole24ore http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-04-04/centinaia-primo-open-archeologi-164158.shtml?uuid=AaNbjAMD, quindi è di oggi l’articolo su ItaliaOggi http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.unifi.it%2Fuspur%2Fupload%2Fsub%2FDocumenti%2F2011040429580_639.pdf&h=b0f38 e infine arriverà la consacrazione in TV, col passaggio ad Anno Zero.
Qualcosa si muove, finalmente è giunto il momento di dire all’Italia “Salve, ci siamo anche noi”. Sensibilizzare l’opinione pubblica, questo è l’obiettivo, perché se crediamo che il nostro mestiere di archeologi abbia una funzione sociale, è proprio da lì che bisogna partire, trasmettendo il messaggio che se non si accetta, approva e sostiene il nostro lavoro, non possiamo svolgere il nostro ruolo nel migliore dei modi. L’acheologo non è un estraneo, né un alieno né un fantasma o un supereroe, ma è calato nella società in cui opera, e da esso dev’essere riconosciuto e accetato. Il nostro è un bellissimo mestiere, forse il più bello del mondo perché lo si svolge con passione e in qualunque condizione. Ma la passione per campare non basta, né per riuscire ad avere una vita normale oltre l’orario di lavoro.
Qualcosa si muove, e ne sono felice. E’ tutta una serie di azioni, non un semplice fuoco di paglia. E’ una protesta, o meglio una legittima richiesta, che non può, non deve restare inascoltata.
Non potevi scrivere parole migliori!
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